Mi è stato proposto di andare in un posto sconosciuto, cioè insomma, abbastanza sconosciuto. Una specie di inferno diciamo, fatto di tanti piccoli raggi di luce che ti trafiggono il corpo, come proiettili, solo più profumati. Dal momento che me lo chiedi in un certo modo l'idea l'avevo presa in considerazione, dopodichè sono passate diverse ore, minuti e secondi quando la mia idea di te si è lentamente ofuscata. Sono riuscita a farti diventare un esserino informe, impotente e leggermente insignificante. Ti posso schiacciare con un piede.
Quando diventa buio mentono dicendoti che il sole è andato a dormire. Non vuole essere una favola, è solo una visione etnoecntrica. Il sole lavora sempre, è sempre al suo posto, sta solo illuminando un altro emisfero, e probabilmente è colpa tua se ti trovi in quello sbagliato.
E il buio arrivò, più denso che mai. Finalmente poteva esprimersi in un balletto provocatorio e quasi soffocante. Sono salita in macchina e in qualche modo sono riuscita metterla in moto. Era rosso ruggine, cinque posti e cambio manuale. Corrosa dal tempo, probabilmente qualcuno l'ha dimenticata riusendo a farla diventare un ammasso di ferro informe, impotente e leggermente insignificante. Puoi sfasciarla con un calcio. Le rimaneva solo un insetto venoso che si struscicava sul vetro posteriore.
Guidando il più lontano possibile da casa tua la testa ha cominciato a girare, quasi come se volesse frullare le farfalle presenti nella mia gola per farci un ripieno per tortine salate da cocktail.
chissà perchè decide sempre di girare quando sono da sola.
anche se gli umani fanno schifo, alla fine mi fanno camminare dritta. Sono la mia medicina contro i capogiri. Anzi, somigliano vagamente ad una medicina schifosa, quelle schifose sono sempre indispensabili, anche se le vomiti le devi rimandare giù in un modo o nell'altro. Devono passare per forza all'interno.
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Mi manca la mia vita.
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