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Con quello che non sai di me potrei riempirci il Grand Canyon.

09/03/10

FAVOLA I

Questa mattina mi è capitato di guardare fuori dalla finestra, vedevo un sacco di tetti e le tegole impazzite che volavano, trascinate da un vento micidiale dell'ovest. Pensavo che di colpo in bianco avrei potuto alzarmi dalla sedia, lanciarmi giù dalla finestra ed uscirmene indisturbata dal cancello principale senza richiamare l'attenzione delle forze dell'ordine. Voi non ci crederete, ma così ho fatto, mi sono lanciata giù dalla finestra e per vostra sfortuna non mi sono rotta nulla (il cervello, forse, ma quello ormai già da un paio d'anni). Fattostà che il vento quasi mi alzava e l'ansia mi saliva fin dietro agli occhi, vedevo tutto nero e sono andata a sbattere contro un tale! Un certo Graziano, alto, molto alto, più pallido di mia nonna e con le vene blu. Subito dopo essersi presentato mi dice di guardarlo negli occhi intensamente e di non deviare mai lo sguardo e io così feci ed io questo vidi:

ASPETTATIVE: striscio fin davanti il tuo cancello ti dico che mi manchi da impazzire da morire da star male e tu mi prendi i capelli e inizi a baciarli mai cosa più morbida c'è mai stata e mi prendi in braccio come una bambina e mi faccio piccola come non sono stata mai e mi dici che va tutto bene che non è successo nulla che non è colpa mia che sono il tuo amore ed io inizio a ridere e tu ridi con me ed io ti bacio le ciglia, morbide.

REALTA': striscio fin davanti il tuo cancello ti dico che mi manchi da impazzire da morire da star male e tu mi prendi i capelli e inizi a tirarli e a pestarli sotto i piedi e io piango urlo ti imploro pietà ti dico che lo sapevo che sarebbe andata così e tu corri in cucina e prendi una ciabatta e me la scagli sul naso e io ti guardo e lacrimo sangue e ti dico che ti amo che sei il mio amore e tu inizi a strapparti i capelli e ti fai grande come nessuno è stato mai e mi prendi per una gamba e mi lanci fin sopra le nuvole e mi fai girare e io vomito e sto male da morie ma tu mi urli addosso mi sputi parole in bocca che io non voglio assaggiare e mi lanci verso il fosso il più lontano possibile dal tuo cancello e io cado nell'acqua lercia e mi addormento sul fondale con una corona di rane verdi in testa.

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