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Con quello che non sai di me potrei riempirci il Grand Canyon.

26/05/09

ti ho lasciato un vasetto di miele biondissimo

ti ha lasciato un vasetto di miele biondissimo, più dolce di quanto tu possa immaginare,
esci di casa, abbandoni quel tavolino arrugginito in cui hai riposto troppe azioni e vai verso sud.
ti ritrovi al centro da sola, migliaia di soldati intorno, forse cento, forse cinque. In ogni caso l'attesa è soffocante.
In più ti fumi anche una sigaretta, perchè vuoi proprio morire, lo dici con un senso di inadeguatezza. quasi fosse una patologia o chissà cosa. vi dirigete verso le porte metalliche dell'ascensore guidate dal senso dell'abitudine, inteso come sentimento. dopodichè pensi che l'ultima cosa che hai baciato è stata una diana blu, allora tiri il collo per vedere fuori dal finestrino ma la nebbia riflette la tua immagine. Sei sporca e spettinata, hai sonno e l'unica cosa che si riflette sul vetro è tutto ciò che non vorresti vedere in quel momento. o mai più
"arrivederci amore ciao" nuota fuori dalla radio con indifferenza, tu neanche la senti. Smonti dall'auto e ti dirigi da qualche parte. il buio è rumoroso mentre cammini sull'asfalto bollente, il sole ci si è conficcato dentro. Segui la linea bianca in punta di piedi, senza fare rumore, potresti svegliarti.
l'hai trovato.
Il buio diventa solido e compatto, ti abbraccia, ti bacia, ti ascolta. e ti senti viva.
ma non eri scotofobica?
Hai i talloni informicolati. Corri. via. da. qui.

23/05/09

il regno del soggettivo

"ho un annuncio da fare! Srotolate il red carpet, chiamate l'elicottero e portatemi una mentina.
Ebbene, la psicologia non esiste! Studi sociologici, pedagocici, comportamentismo, durkheim, watson, piaget, brunet, vygotski e tutta la simpatica combriccola, aprite bene le orecchie. Alcuni di voi saranno già morti, ma so che mi sentite lo stesso. Per esserne certa mi sono procurata un megafono/portata 350 mt. Un consiglio, signori: posate i vostri calcolatori, i vostri diari e le vostre cavie. Chiudete in un cassetto i libri pubblicati e le vostre idee oggettive. Prendetevi una pausa, andate a prendervi una birra al bar più vicino e riposate i cervelli. Siete in ferie!
Ora, ci penso io."

19/05/09

multicolor skies/tear away

ho un campo di lucciole dietro casa
ti illuminano il sonno, se vuoi
apri la finestra e sembra di stare a Tokyo, la luce filtra dal muro
l'odore pungente ti solletica le narici, è dolce\secco
ascoltalo
ascoltalo
ascoltalo
non fantasticare
sta solo arrivando
sta solo arrivando
sta solo arrivando

15/05/09

poesia dell'amore relativo\libero

si parlava di neutralità
ma quale banalità!
ho ucciso le canzoni d'amore
e le ho stese fuori al sole
poi ho preso di peso l'impegno
e l'ho appeso ad un castagno
che avevo piantato in bagno
poi ho preso le emozioni
e le ho mandate con i preti a fare le escursioni
e per finire in libertà
mantenendo una certa continuità
in un prato ti ho gettato
e un bacio ti ho lasciato

12/05/09

Nobody likes me baby, if i cry

mi sento vuota,
ormai la pelle si tiene in piedi solo per bella figura. un tessuto bianco e ruvido, alle volte profumato, altre no. sta in piedi, anche se non è poi tanto spesso. basta poco, pochissimo per ucciderlo. una forbice, un angolo appuntito, un unghia particolarmente feroce, una matita, una palla di cemento, un proiettile, una puntina..
qualsiasi cosa. dopodichè zampillerà fuori una quantità infinita di acqua salata, trasparente e pesante si rovescerà sul parquet corrodendo tutto. la pelle che prima si reggeva in piedi si sgonfierà, si affloscerà su se stessa disperatamente fino a ritrovarsi spiaccicata per terra. piatta. come una bambola gonfiabile bucata.

10/05/09

quando verrai a prendermi io sarò già dis-persa

oggi c'è il sole, sembra abbia voglia di colare.
Vuole lasciarsi andare, scivolare giù lentamente, come una goccia di lemonjuice che si cala dall'angolo di quella bocca.
io dico che non c'è fretta.
tutti sembrano avere fretta, una fretta tremenda, come se gli scottasse il culo atrocemente.

Lo so che ci sei, con quei capelli maledettamente biondissimi, e so anche che mi taglierai a fettine e mi chiuderai in un congelatore.
Io non ho nessuna fretta, sono gli altri che me la appiccicano addoso.
io voglio solo guardare il sole colare, aspettare che tu mi tagli a pezzetti e mi chiudi in un freezer. il tutto all'ombra, bianca come il latte.
Poi, forse, ci sarà il tempo per una lampada.

04/05/09

Niente è come sembra, apparizioni incluse.

La Cura per il cancro scappava, non voleva farsi prendere, inizialmente si rifugiava in grotte troppo scure per essere vere, dopodichè Bin Laden l'ha scoperta e l'ha scacciata maleducatamente dalle sue caverne. Il colore preferito della Cura per il cancro era il Blu. Optò così per l'oceano, cominciò a tuffarsi in oceani troppo profondi per essere civilizzati dai pesci, e, temendo la solitudine, trovò un posticino alquanto comfortevole in un crepaccio nell'Oceano Indiano. Un giorno litigò con la sua vicina di casa, una Principessa Sirena per l'appunto, e la cura per il cancro fu costretta a scappare nuovamente. Risalì l'Oceano e, stanca di tutto quel liquido, scelse di rotolare indisturbata verso il deserto, così, per asciugarsi un poco. Arrivata finalmente nel deserto fu assalità da un improvvisa vampata di felicità. Bisogna sapere che la Cura per il cancro è una sola, certo, in circolazione ce ne sono moltissime, ma sono tutte molto false ed ipocrite, così la vera Cura per il cancro si ritrova sempre sola e sconsolata, senza amiche ne amici. Appena giunta nel deserto si mise a cercare un supermarket per comperare dell'acqua fresca. Non trovò ne l'acqua ne la sua ombra. In compenso incontrò uno strano ometto che le offrì una diet coke. Si presentò alla Cura per il cancro come Piccolo Principe e disse che se si sarebbe fatta addomesticare a dovere sarebbe stato, per la prima volta, il suo unico vero amico.
Sfortunatamente la Cura per il cancro non conosceva il significato del verbo addomesticare, e, non avendo un vocabolario con se, fu costretta ad andarsene, dispiaciuta certo, ma anche sollevata.
Indecisa sulla nuova strada da percorrere, si fece consigliare da un coniglio alto due metri, Frank, a cui ha pestato accidentalmente i piedi, una sera molto umida nel giardino di una bifamiliare, in località Middlesex, California. Frank consigliò alla Cura per il cancro di rifugiarsi in una specie di conca accerchiata dalle montagne dei Pirenei. La conca si trovava a 420m di altezza, il clima era così perfetto in tutte le stagioni dell'anno. La Cura per il cancro passò lì molti anni finchè un giorno..
La Cura per il cancro aveva una passione. Mascherarsi a Carnevale. Quell'anno, 1858, decise di essere originale e di vestirsi da Madonna. Il nuovo vestito le piaceva moltissimo e, presa dall'euforia prese a saltellare e a fare capriole nelle stradine sterrate del paesello, finchè, involontariamente, andò a sbattere contro una sagoma femminile, una pastorella che, alla vista della Cura per il cancro vestita da Madonna immacolata, svenne. Ingenuamente la Cura per il cancro pensò che la sua reazione fu causata dalla perfezione e dallo splendore del suo vestito. Invece, quando la pastorella, di nome Bernadette, rinvenne, si accorse che il cancro che aveva al seno era scomparso. Bernadette, nella sua ingenuità, credette che la Madonna immacolata le abbia fatto visita e, come regalo in ritardo di Natale, le abbia asportato il suo cancro al seno.
Ed è così che la Cura per il cancro volle mostrare il suo meraviglioso vestito a tutti.
Ed è così che nacquero le apparizioni.
Ed è così che nacque Lourdes.

03/05/09

distesa sul collo di una giraffa ho fatto il giro del mondo

l'altra notte viaggiavo, distesa sul collo di una giraffa ho fatto il giro del mondo.
Ho visto Parigi e sono riuscita ad abbracciarla, avete presente la canzone? Si, esattamente così. Ho visto New York e mi sono riposata per qualche minuto sotto una panchina di Central Park.
Ho visto Los Angeles, ma questa volta ho corso da sola, a Runyon Canyon. Ho attraversato la strada a Tokyo, e mi sono davvero sentita un gigante. Ho fatto una capriola sopra la Cina e mi sono distesa tra la fame dell'India. Ho fatto tappa a Kabul, ed ho pianto sul serio.
Ho visto, non so dove, un mare sabbioso e la sabbia della spiaggia troppo salata. mi confondi

l'altra notte viaggiavo, distesa sul collo di una giraffa, e ho finalmente capito qual'è la cosa più importante al mondo.
Non credere che sia solo una