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Con quello che non sai di me potrei riempirci il Grand Canyon.

08/04/09

Pittura di guerra

[...] “Argh”, urlò Bix. S’imbrattò le mani col sangue che gli sporgeva dalla fronte e corse verso la vacca gridando e agitando le braccia. Vedendolo correre verso la vacca, Billy fu sopraffatto da un senso di riconoscimento. C’era la macchina, assurdamente di sghimbescio, che continuava a trasmettere musica e a illuminare il terreno con i suoi fari. C’era la vacca chiazzata e c’era Bix che correva sanguinante ed estasiato nella sua giubba militare. Non era un déjà vù. Billy non aveva la sensazione di aver visto tutto questo in precedenza. Sentiva invece che questa strana perfezione stava aspettando lui e che lui, ora che la vedeva, stava diventando qualcosa di nuovo, qualcosa di particolare, dopo la lunga confusione della fanciullezza.

Mosso da uno slancio irresistibile, balzò in piedi con un urlo e corse dietro a Bix. La terra sotto i suoi scarponi era molle e dissestata e billy aveva la sensazione di entrare in un momento così reale da non lasciargli altra alternativa che correre gridando in quella direzione. [...]

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